
“Marta ed il partigiano.
Marta la dolce. Marta, la rustica castellana
dalle mani grosse e rosse, dal sorriso
asprigno, dal seno generoso, dalle
membra sode da giovenca.
Sussurri.
Gemiti che l’odoroso fieno, disposto tutto
intorno in armoniosa lettiera, raccoglie e
compone in una sequela che non ha fine, in
una corolla che inalbera postilli inverecondi,
l’amore a tutto tondo…”
(da “Il cerchio si chiude”, pag.107)