Mi ha piacevolmente sorpreso la richiesta degli autori di una mia presentazione del loro lavoro culturale sulla Cina. Credo che la selettiva richiesta sia scaturita anche dal fatto che amo viaggiare e nel 2005 sono andato in Cina, dove, tra l’altro, visitai: la Grande Muraglia, Suzhou, il fiume Guilin, X’Ian con l’esercito imperiale sepolto di terracotta, Nanchino nonchè la Città Proibita di Pechino che brulica di turisti e quella esterna dinamica con la grande piazza Tienammen. La città proibita di Pechino fu costruita nel 1406-1420 e ha 980 edifici divisi in 8.707 camere, palazzo imperiale delle dinastie Ming e Qing, e per 500 anni, servito per gli imperatori e le loro famiglie, centro cerimoniale e politico del governo cinese. Là, ho rivisto anche alcuni dei paesaggi del film di B. Bertolucci “l’Ultimo Imperatore”, del 1987. Presentare un libro sulla bella Cina, che scrive anche dei cinesi presenti tra noi in Italia e a Padova mi gratifica e mi fa sentire impegnato in un’opera originale ed affascinante nel contempo. Mi gratifica, inoltre, perché il collega Giuseppe Pace, lo conosco dal 2006 quando con la scuola, dove insegnava in Transilvania, abbiamo attuato un progetto di scambi culturali comuni con visite reciproche tra docenti e soprattutto tra studenti italiani e romeni. Loro visitarono il Salento, ma un po’ anche altro di Puglia, e noi Deva dov’era la scuola e la Judet Hunedoara, ma non solo. Comunque riconosco al collega ed amico il fatto che sia un esperto internazionale di Ecologia Umana e come tale affronta l’impegno di scrivere dell’immensità cinese. Conosco anche il figlio, Luigi Pace, di cui ne ho apprezzato l’interesse per la lingua inglese, che conosce magnificamente come un madrelingua inglese, e per la sua cultura non solo sportiva eccezionale. La Cina è uno dei maggiori Paesi del mondo: è il primo per popolazione ed il terzo per estensione dopo la Russia ed il Canada. Gli autori, in questo loro impegno culturale, aprono una finestra insolita sulla vasta e popolata Cina della quale noi italiani conosciamo pochissimo, ma viviamo quasi a gomito a gomito con molti “cinesi veri” immigrati in Italia. Della Cina noto: il sobrio vestire dei cinesi, intensissimi i profumi e le esplosioni primaverili delle fioriture, notevoli, ma non troppo, le differenze tra i ricchi e i poveri. La povertà di quest’ultimi si nota spesso nelle sterminate periferie delle grandi città cinesi, mentre nelle campagne le differenze sono meno vistose. In Cina le cose stanno migliorando sensibilmente e sta ovunque aumentando la lotta alla ignoranza e alla corruzione come fanno rilevare i mass media cinesi. Gli autori hanno osservato, dedotto e descritto l’immensa Cina, nei suoi caratteri naturali e culturali di spicco, facendo leva sul carattere transdisciplinare dell’Ecologia Umana. La Cina è ancora in un’economia di transizione tra comunismo e capitalismo, ma marcia con passi da gigante verso il futuro innovativo dopo millenni di tradizioni frenanti il divenire culturale della specie Homo sapiens, come fanno osservare gli Autori. L’ambiente cinese è stato scandagliato magnificamente e il turista delle società, che costituiscono il Nord del mondo, può visitare meglio la Cina dopo aver letto questo singolare libro. La Costituzione cinese riconosce, oltre la lingua nazionale, molte altre lingue che vengono parlate e utilizzate nei documenti pubblici dei vari stati. La Cina è estesa oltre 9 milioni di kmq, popolata da quasi 1,4 miliardi di abitanti e possiede immense ricchezze naturalistiche e culturali. Le sue ricchezze naturali coprono il fabbisogno del grande Paese, ma si trova di fronte alle sfide dell’innovazione a scapito della tradizione, ed è questa che interessa molti turisti che forse ritrovano in Cina parte di ciò che hanno perduto altrove. Come scrive l’Autore “I rapporti commerciali tra Italia e Cina si fondano un interscambio annuo di circa 35 miliardi di Euro. La bilancia commerciale bilaterale presenta uno squilibrio a sfavore dell’Italia, che è andato crescendo in termini strutturali negli ultimi 15 anni. Obiettivo condiviso tra le Parti è quello di riequilibrare tale asimmetria. Le esportazioni italiane in Cina sono principalmente trainate da macchinari, strumentazione, autovetture, abbigliamento, farmaceutici e agroalimentare. Durante la visita in Cina nel giugno 2014 del Presidente del Consiglio Matteo Renzi, i due Primi Ministri hanno adottato un Piano d’azione triennale economico, commerciale e finanziario per il 2014-16. I Governi d’Italia e di Cina dispongono oggi di un’agenda centrata sulle priorità dei due sistemi economici. Attualmente la società cinese è proiettata verso un benessere di tipo occidentale globale. Di conseguenza, in futuro, anche la società cinese si uniformerà a modelli e comportamenti globalizzati e l’Ecologia umana della Cina prospettata dagli autori lo evidenzia bene in questo meritevole lavoro. Le ditte italiane in Cina sono in continuo aumento e il recente ViniItaly a Verona ha dimostrato che copriamo ancora poco del potenziale commerciale cinese del vino ad esempio. In futuro assisteremo, come è successo per altri Paesi, ex comunisti, ad un aumento notevole delle ditte cinesi operanti in Italia con maggiore scambi ed armonizzazione dei sistemi pensionistici, bancari, fiscali, scolastici, turistici e culturali in generale. Insomma la Cina è sempre più vicina o se volete è sempre meno lontana del passato anche recente. La memoria del libro Il Milione ci richiama alcune cifre iperboliche che ancora oggi si pronunciano quando si parla di Cina dove tutto ci appare grande a cominciare dai quasi un miliardo e quattrocento milioni di cinesi, alleconomia miliardaria che cresce continuamente prospettandoci spesso una sorta di futuro possibile di tipo orientale e cinese più che occidentale ed americano. Marco Polo c’è stato 17 anni in Asia e in Cina fu bene accolto dalla famiglia imperiale di discendenza mongola che aveva scavalcato la Grande Muraglia costruita oltre 1000 anni prima per difesa dalle invasioni, anche dei Mongoli. Io ci sono stato per 17 giorni, analogamente slo per il numero ai 17 anni del veneziano M. Polo, e ne ho viste di meraviglie ed ascoltato di storie cinesi. La padronanza della lingua inglese mi ha avvantaggiato in Cina poiché il cinese è poco conosciuto da noi turisti, soprattutto italiani. Come mi fa notare l’amico Autore, vedere oggi all’aeroporto Marco Polo di Venezia indicazioni scritte anche in cinese per i passeggeri non può che rimandare con il pensiero al grande viaggiatore veneziano al quale è dedicato l’aeroporto internazionale sempre più moderno e a contatto diretto con la bella Laguna di Venezia. Marco Polo dettò il famoso libro Il Milione, a Rustichello da Pisa in carcere a Genova che lo scrisse meravigliato.
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